| Visto che incoraggiate posto qui alcuni appunto sullo sciamanismo indoeuropeo.
Ancora qualche appunto sullo sciamanismo Indoeuropeo
Secondo la tradizione nordica si può divenire profeti sedendosi su delle tombe e poeti cioè ispirati dormendo sul sepolcro di un poeta: Si ritrova un costume analogo fra i Celti: il fili mangiava la carne cruda di un toro, ne beveva il sangue e avvoltatosi nella sua pelle si addormentava; durante il sonno “amici invisibili” gli comunicavano la risposta alle questioni che lo assillavano. Oppure ci si metteva senz’altro a dormire sulla tomba di un parente o di un antenato, e si diveniva profeta. Tipologicamente, queste usanze si avvicinano all’iniziazione o all’ispirazione dei futuri sciamani e maghi che passano la notte vicino a dei cadaveri o nei cimiteri. L’idea che fa da substrato è la stessa: i morti conoscono l’avvenire, possono rivelare cose nascoste, ecc. Il sogno ha talvolta una parte consimile: nella G’sla Saga il poeta indica il destino di certi privilegiati dopo la morte.
Ricorderemo soltanto che le idee concernenti l’esistenza dopo la morte non erano esenti di contraddizioni né fra i Celti né fra i Germani. Le loro tradizioni parlano di varie sedi destinate ai trapassati, concordano con le concezioni di altri popoli circa la pluralità dei destini nel postmortem. Hel, l’inferno propriamente detto, secondo il Grimnismal si trova sotto una delle radici dell’albero Yggdrasiil, cioè nel “centro del mondo”. Si parla anche di nove piani sotterranei: un gigante pretende di aver acquistata la sua sapienza col discendere nei “nove mondi inferi” qui noi dunque incontriamo lo stesso schema cosmologico centro asiatico dei sette o nove Inferni corrispondenti ai sette o nove Cieli. Ma ancora più significativa è la dichiarazione del gigante: si diviene “sapienti” – cioè chiaroveggenti – grazie ad una discesa negli Inferi, discesa che, pertanto, si ha il diritto di considerare come una iniziazione.
Lo stesso Odino discende negli inferi sul suo cavallo Slepnir per resuscitare la volva e conoscere la sorte di Balder. Un terzo esempio di discesa si trova in Saxo Grammaticus ed ha per eroe Hadingus: mentre questi stava mangiando, una donna gli appare improvvisamente e lo invita a seguirlo. I due discendono sottoterra, attraversando una regione umida e tenebrosa, trovano un sentiero battuto sul quale vanno figure ben vestite, entrano quindi in una zona soleggiata ove crescono fiori di ogni specie e giungono dinanzi ad un fiume che essi attraverso passando per un ponte. Allora vedono due eserciti impegnati in una battaglia che la donna dice essere eterna: sono i guerrieri caduti sui campi di battaglia che continuano a combattere: infine giungono davanti ad una muraglia che la donna cerca invano di oltrepassare; essa uccide un gallo che aveva con se e lo getta di là dal muro; il gallo torna in vita, perché subito dopo si sente il suo canto di là dalla muraglia. Purtroppo qui Saxo interrompe il suo racconto ma in quanto egli dice sulla discesa di Hadingus guidato dalla donna misteriosa si trova già il motivo mitico ben noto: il cammino dei morti, il fiume, il ponte, l’ostacolo iniziatico (la muraglia) il gallo che torna in vita di là dal muro sembra indicare la credenza che almeno alcuni privilegiati (cioè alcuni iniziati) possono contare sulla possibilità di un “ritorno alla vita” dopo la morte.
Ci limiteremo ad accennare ai “guerrieri belva” ai berserkir che, per via magica, fanno proprio il “furore” felino e si trasformano in belve. Questa tecnica di estasi guerriera, che si trova attestata presso anche altri popoli indoeuropei e della quale sono stati anche trovati dei paralleli anche in culture extraeuropee, con lo sciamanismo stricto sensu ha solo rapporti superficiali. L’iniziazione di tipo guerriero (eroico) per la sua struttura si distingue dalle iniziazioni sciamaniche. La trasformazione magica in una belva appartiene ad una ideologia che va oltre la sfera dello sciamanismo. Le radici di questa ideologia riportano ai riti di caccia dei popoli paleo-siberiani e più giù vedremo quali tecniche dell’estasi possono derivare dall’iniziazione mistica del comportamento di un dato animale.
Secondo ciò che Snorri riferisce, Odino conosceva e praticava la magia detta seidht: grazie ad essa poteva prevedere il futuro e causare la morte, la sciagura o la malattia. Però Snorri dice che questa stregoneria implicava una “turpitudine” tale che gli uomini non la usavano mai “senza vergogna”: il seidhr era piuttosto una prerogativa delle gydhjjur (sacerdotesse o dee) E nel Lokasenna si rinfaccia ad Odino l’uso del seidhr, cosa “indegna di un uomo”. Le fonti parlano di maghi (seidhmenn) e di maghe (seidhkonur) e si sa che Odino apprese il seidhr dalla dea freia. Pertanto, si può supporre che questa specie di magia sia stata una specialità femminile: per tale motivo venne considerata “indegna di un uomo”. Di fatto le sedute di seidhr descritte dai testi ci presentano sempre una seidkona, una spakona (una chiaroveggente, una profetessa). La descrizione migliore si trova nella Eiriks saga rautha: la spakona possiede un costume tradizionale tutt’altro che primitivo: manto azzurro, gioielli, un copricapo di agnello nero con pelli di gatto bianco; porta anche un bastone e, durante la seduta, si siede su un cuscino di penne di gallina su un piedistallo alquanto elevato. La seidhkona (o la volva, spakona) va di fattoria in fattoria per rirvelare l’avvenire degli uomini e predire il tempo, la qualità del raccolto, ecc. porta con se quindici giovinette e altrettanti giovani che cantano in coro. La musica ha una parte essenziale nella preparazione dell’estasi. Durante la transe l’anima della seidhkona lascia il corpo e viaggia nello spazio; per lo più, assume la forma di un animale, come nell’episodio più su citato. Per vari aspetti il seidhr si avvicina alla seduta sciamanica classica: il costume rituale, l’importanza del coro e della musica, l’estasi. Non ci sembra però che per questo si debba considerare il seidhe come sciamanismo stricto sensu: il volo mistico è uno dei leit-motiv della magia universale e specialmente della stregoneria europea. I temi specificatamente sciamanici di discesa agli inferi per riportare l’anima del malato o per accompagnare il defunto – benché come si è visto, siano presenti nelle tradizioni della magia nordica, non rappresentano un elemento essenziale nella seduta del seidhr, Questa sembra invece incentrarsi nella divinazione, il che vale quanto dire che ha piuttosto attinenza con la piccola magia.
Tratto integralmente da: LO SCIAMANISMO E LE TECNICHE DELL’ESTASI di Mircea Eliade - edizioni Mediterranee
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